Lago di Pietrarossa e lago di Doberdò

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Questo percorso tocca le rive degli unici due laghi che si trovano nel Carso: il lago di Pietrarossa e il lago di Doberbò. Il primo è alimentato da sorgenti che sgorgano nei pressi del lago stesso e mantiene costante il livello delle sue acque durante tutto l’anno, è pressoché inaccessibile e ci si può solo avvicinare al cordone di vegetazione che cinge le sue rive. Il secondo è una lago molto più esteso rispetto al primo, le sue acque sono fortemente condizionate dall’Isonzo e dal Vipacco così la sua superficie diminuisce in estate ed aumenta in inverno. Per questo motivo alcune zone rimangono a secco per diversi mesi dell’anno durante i quali la vegetazione cresce e viene poi sommersa nei mesi più umidi: non è dunque insolito vedere alberi in mezzo al lago. La vegetazione che cresce intorno alle rive del lago si discosta notevolmente dalla circostante vegetazione carsica, anche gli odori sono quelli tipici delle zone di acqua dolce. Il percorso prosegue quindi verso due castellieri che sono ciascuno in una posizione dominante rispetto a ciascun lago. Il primo castelliere raggiunto dal percorso è quello del Castellazzo, presso il quale si può godere una stupenda vista sul lago di Doberdò e si possono visitare alcuni punti di vedetta e alcune gallerie scavate dai soldati durante la prima guerra mondiale. Il secondo castelliere si trova invece sopra il monte Arupacupa vicino al lago di Pietrarossa. I castellieri sono delle fortificazioni risalenti al neolitico. La loro funzione era di difesa, le mura di pietre che li delimitavano servivano a proteggere gli abitanti del villaggio che si sviluppava intorno al castelliere. E’ dunque facile intuire che le cime di colli e monti fossero i punti privilegiati per costruire queste fortezze. In quel tempo la zona era abitata dagli illiri, una popolazione indoeuropea che stanziò nella zona della costa e dell’immediato entroterra della ex-Jugoslavia: dall’Albania fino al Carso Isontino. Il fatto che il Carso sia stato terra illirica e abbia rappresentato allo stesso tempo il confine settentrionale di questa civiltà conferma il legame di queste terre con il mondo slavo e allo stesso tempo riafferma ancora una volta la sua vocazione di frontiera. Per concludere, il percorso si sviluppa per circa 20km, è caratterizzato da numerosi sali-scendi, vengono toccate le cime di quattro diversi colli, si incontrano numerose trincee della prima guerra mondiale e anche una postazione contraerea della seconda guerra mondiale.

Dettaglio percorso:

Lunghezza: 19km

La partenza è il parcheggio della stazione di Monfalcone che si affaccia su via Romana, si percorre quindi questa strada in direzione sud, si gira a sinistra su via del Redentore, quindi a destra su via Giulia, a sinistra su via Caprin e a destra ancora su via Carso, si passa quindi il sottopasso della ferrovia e ci si trova nel Carso. Da qui seguire il sentiero principale superare il primo e il secondo sentiero che si trovano sulla destra, girare quindi al prossimo che si incontra sempre a destra, girare ancora a destra al primo incrocio, quindi ancora a destra al successivo incrocio e quindi prendere il primo sentiero che si incontra sulla sinistra che in discesa porta verso l’autostrada. Superare questa ultima per mezzo del sottopasso, oltrepassato il ponte sul piccolo fiume si segue il sentiero a sinistra e si costeggia così il lago di Pietrarossa. Quando il sentiero termina in un altro sentiero si prosegue a destra finché non interseca una strada d’asfalto, su questa si gira a destra per alcune decine di metri e quindi si imbocca il sentiero sulla sinistra che costeggia il lago di Doberdò. Bisogna quindi proseguire su questo sentiero, al primo incrocio con un sentiero segnato da CAI mantenere la sinistra, al secondo incrocio con un altro sentiero segnato dal CAI girare a destra e proseguire su questo ultimo (sentiero 72 CAI), Da qui si raggiungerà il castelliere del Castellazzo, si tratta di una ripida salita in cui è molto difficile riuscire a correre, ne vale comunque la pena per il panorama e le gallerie della Prima Guerra Mondiale. Giunti sul castelliere si ritorna indietro per lo stesso sentiero fino all’incrocio con il sentiero che costeggia il lago, da qui si gira quindi a destra per proseguire sulle rive del lago lungo il sentiero 72. Si seguono le insegne del CAI fino ad oltrepassare nuovamente la strada asfaltata e quindi salire verso il Monte Cosici. Raggiunto un incrocio di più sentieri seguire sempre il sentiero 72 che significa imboccare il sentiero a sinistra per raggiungere il monte Debeli, quindi scendere sempre sul sentiero 72 per tornare sul sentiero dell’andata che porta al lago di Pietrarossa. Da qui, se le forze lo permettono, è consigliato seguire sul sentiero di fronte per raggiungere il secondo castelliere, quindi ritornare indietro e seguire la strada dell’andata a ritroso.