Monte Hermada: sentieri della Prima Guerra Mondiale

Sentieri Hermada Prima Guerra Mondiale

I sentieri, le grotte e le trincee del Monte Hermada

Il monte Hermada rappresentò nel corso della Prima Guerra Mondiale una roccaforte austroungarica che l’esercito italiano non riuscì mai ad espugnare. Il monte Hermada è posizionato dove la costa adriatica vira decisamente verso sud-est in direzione Trieste; è facilmente visibile dal mare e dalla pianura circostante perchè rappresenta il rilievo più significativo della zona. Queste caratteristiche hanno reso il monte Hermada un punto strategico nel corso della Prima Guerra Mondiale perchè era un passaggio obbligato per la conquista di Trieste. Consapevoli di questo, l’esercito austroungarico realizzò delle fortificazioni che sono tuttora visibili lungo i sentieri che percorrono questo monte. I sentieri dell’Hermada permettono di scoprire le atmosfere della Prima Guerra Mondiale in luoghi probabilmente ancora sottovalutati dal punto di vista turistico che proprio per questo sono ancora più affascinanti.
L’itinerario di trail running parte da Ceroglie, un paese che si può facilmente raggiungere da Aurisina situato ai piedi del monte Hermada, parte più precisamente dalla carrabile che inizia dove finisce la strada che proviene da Malchina e attraversa tutto il paese.
Dopo aver percorso la carrabile per qualche centinaio di metri e aver oltrepassato prima una deviazione a destra poi una deviazione a sinistra, si arriva, in corrispondenza di un cartello che indica l’approssimarsi del confine di stato, all’incrocio con il sentiero 3. L’itinerario prosegue seguendo il sentiero 3 a sinistra in salita fino ad incontrare ancora sulla sinistra una deviazione, una traccia poco visibile, che porta alla cima dell’Hermada. Lungo questa traccia, una deviazione permette di raggiungere la Grotta dell’Hermada, detta anche Grotta dell’Ospedale. La Grotta dell’Hermada è facilmente percorribile perchè si sviluppa sul piano, è però indispensabile una torcia o una lampada frontale perchè è ovviamente completamente buia. Si tratta di una cavità di dimensioni significative che funse da rifugio per i soldati nella Prima Guerra Mondiale al cui interno sono ancora visibili gli interventi realizzati dall’esercito.
Proseguendo il percorso in salita, il sentiero termina incrociando un altro sentiero, girando a sinistra si raggiunge la cima del monte Hermada a metri 323 dove il panorama spazia sul golfo di Trieste.
Si scende lungo lo stesso sentiero ma questa volta senza deviare verso la Grotta dell’Hermada, si raggiunge così il punto dove i sentieri 3 e 8 si congiungono. Si gira a sinistra lungo il sentiero 3, dopo aver oltrepassato un sentiero sulla sinistra, dopo alcune decine di metri, sempre sulla sinistra, in corrispondenza di un pilone dell’elettricità, una traccia permette di raggiungere la Grotta del Pilone, detta anche Grotta Karl. Anche questa cavità è facilmente percorribile con una fonte luminosa, al suo interno è presente un cunicolo, di recente realizzazione, che permette di accedere alla Grotta della Gavetta, detta Grotta Zita, anch’essa utilizzata durante la Prima Guerra Mondiale dai soldati per il ricovero dopo le Battaglie che coinvolsero l’ Hermada.
Dall’accesso della Grotta del Pilone si prosegue sulla stessa traccia che porta alla quota 298, detta anche Dosso della Trincea, dove è possibile infatti visitare una trincea ben conservata e alcune postazioni militari tra cui una postazione contraerea. Questa traccia si congiunge con il solco dell’oleodotto, proseguendo su questo sulla destra si arriva nuovamente ad un incrocio di sentieri.
Girando a sinistra si prosegue lungo il sentiero 3A per diversi minuti finchè sulla destra, in corrispondenza di un palo dell’elettricità, compare una traccia, poco visibile. Se si prosegue diritti si arriva a Case Coische, dei ruderi che vennero anche essi utilizzati nella Prima Guerra Mondiale. Se si gira a destra si raggiunge il monte Cocco, il prossimo obiettivo dell’itinerario dove si trova probabilmente il maggior numero di fortificazioni belliche del monte Hermada. Qui la traccia si confonde tra le rocce e il cemento delle costruzioni militari, si dice che in questa zone l’esercito avesse costruito una rete di bunker che oggi non è più percorribile in seguito ai numerosi crolli dovuti all’estrazione di materiali, soprattutto metallici, da parte degli abitanti della zona, in cerca di risorse da vendere per fronteggiare la povertà nel dopoguerra. E’ importante riuscire a seguire la traccia che costeggia il ciglio settentrionale dell’Hermada fino ad incrociare nuovamente il solco dell’oleodotto. A questo punto è necessario individuare la traccia che costeggia il ciglio del monte Hermada oltre il solco. Si tratta di un percorso molto bello, ricco di segni della Prima Guerra Mondiale, il tratto che forse meglio permette di capire l’importanza strategica del monte Hermada grazie alla vista che da qui si gode sul monte Flondar e in generale su quelle che una volta erano le linee italiane. Si tratta però anche di un tratto poco segnato, impervio in alcuni tratti e, come quello precedente, percorribile solo quando la vegetazione lo permette. Soprattutto nella parte finale la traccia è veramente poco visibile è dunque necessario prestare attenzione finché non si incrocia nuovamente il sentiero 3.
A questo punto è sufficiente seguire a sinistra per ritornare al punto di partenza, non prima di aver raggiunto l’apertura naturale della Grotta del Motore. Da qui è possibile trovare una traccia sulla sinistra che porta all’apertura artificiale della grotta anche questa facilmente percorribile con una lampada.
I sentieri del monte Hermada sono caratterizzati da una natura selvaggia, da grotte, da panorami sul mare e sul Carso e da molti punti di interesse storico della Prima Guerra Mondiale: sono dunque ideali per una corsa.